Lettera dall’Atlante di Tuccio Testa, ceo Testa Conserve
Vi scrivo per dirvi quanto il mare sia imprevedibile, come l’attesa, la speranza si consumi in un attimo, in una fiammata di tensione. Questa volta, il destino è stato misericordioso. Sembra un paradosso, ma anche troppi tonni, tutti insieme, fanno paura. Una paura pari, se non superiore, all’eccitazione per la gran cattura. È quello che ci è capitato. Giovedì, dopo le 11, nel gruppo di barche siciliane uscite in mare da qualche giorno, è stato avvistato il branco. Pareva grande e il sonar ha confermato che era molto più grande di quanto si potesse immaginare. Così numeroso da concretizzare il timore che teniamo più segretamente a bada.
Avevamo sotto gli occhi, guizzante, una massa di tonni, di grande stazza, pari a un terzo della quota ICCAT destinata alle nove barche dell’Associazione Armatori Siciliani del tonno rosso a circuizione. Catturati i tonni, l’operazione successiva è trasferirli nella vasca di crescita che li trasporterà fino a Malta. Le vasche di crescita, come in una battaglia navale, sono già posizionate nei punti del Canale di Sicilia dove si presuppone avvengano le catture. Alle 18, siamo riusciti a terminare il primo trasferimento, rendendoci conto che la vasca di crescita era troppo piccola. Ed è iniziata un’attesa non prevista, eccezionale come l’incontro con quel branco. Solo verso le 21, è arrivata la seconda vasca e sono cominciate le operazioni sopra e sotto il mare con l’ausilio di una decina di sub che si alternavano, nuovamente, per “cucire” la rete alla vasca, aprendo la porta d’ingresso e filmando i tonni. Già notte, abbiamo acceso tutte le luci, concentrandole al centro del branco per evitare che i tonni impazzissero. Sembra finita, ma in realtà, il lavoro più certosino inizia solo ora. Meno male che ci si aiuta tra cugini e la presenza di Nino mi ha rincuorato e sostenuto nella lunga conta dei tonni sullo schermo. Di fronte alla necessità di contare, alla presenza della vedetta ICCAT, un numero spropositato di tonni tutti assieme vi assicuro che tremano le gambe. Alla fine, ce n’erano 4.090, contati una prima e ricontati una seconda volta per sicurezza. Morale della favola, la nostra battuta si è conclusa trentaquattro ore dopo l’avvistamento, passate senza dormire con un livello di adrenalina difficile da tenere sotto controllo. E non c’era solo la conta, ma anche da “interpretare” il nuovo diario di bordo elettronico. Il mare, nonostante la tecnologia, è sempre una sfida aperta. Concludo con una sorpresa. Magari vi immaginate l’Atlante ancora in mare. No, siamo ormeggiati nel porto di Licata, mentre l’altra nostra imbarcazione, la Futura prima, prosegue la campagna che si conclude ufficialmente il 1° luglio. Non possiamo seguirla, perché quel branco eccezionale ha rotto 500 metri di rete su 2.000 in più punti.
Fortunati sì, ma…